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Un”Brics” di “Tropicália” al dì. di Ruggero Inglese

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Questa è una nuova rubrica, nata dall’elaborazione dell’ultimo editoriale “fedeli alla linea Brics”. Partiremo dal paese del Rio delle Amazzoni in sud America. Ascoltando “Tropicália” di Caetano Veloso, che ha le stesse origine dei Brics, cioè la Bossanova in ottica internazionale, quindi fusion, di musica, cultura, fino alla politica con il nostro piccolo aiuto.

Il Brasile nasce nel 1822, quando Dom Pedro proclamò l’indipendenza con il celebre “Independência ou Morte!” lungo il fiume Ipiranga. Da quel grido fondativo, la giovane nazione si è trasformata da impero agrario a protagonista geopolitico dell’America Latina, passando per le corse navali del primo novecento. Oggi, sotto la guida di Lula, il gigante verde-oro brilla per la difesa della democrazia, la diplomazia attiva e lo slancio verde verso un futuro sostenibile

Il Brasile alla guida dei BRICS. Dal primo gennaio 2025 il Brasile ha assunto la presidenza del gruppo BRICS con l’ambizione di rafforzare la cooperazione del Sud del Mondo per una governance globale più inclusiva e sostenibile. Già nei primi incontri ministeriali a Rio, il governo brasiliano ha spinto verso l’uso di valute locali negli scambi, il consolidamento tra New Development Bank, un rafforzamento della cooperazione culturale e tecnologica e un’agenda innovativa su intelligenza artificiale, salute globale ed energia verde.

Il vertice di Rio e il messaggio di Lula sono stati il culmine di questa strategia è stato il summit di luglio 2025 a Rio, dove il Brasile ha ribadito l’impegno a difendere il multilateralismo e a opporsi alla corsa protezionista delle tariffe. Lula, con la sua retorica brillante, ha affermato che il ,mondo non ha bisogno di un imperatore, lanciando una critica implicita a Donald Trump e rilanciando l’idea di un ordine multipolare capace di ridurre la dipendenza dal dollaro nel commercio internazionale. Non meno significativa è stata la sua conversazione diretta con Xi Jinping, che ha rafforzato l’asse bilaterale BrasileCina e consolidato la posizione del Paese come interlocutore privilegiato sia nel BRICS che nel G20.

Le pressioni provenienti da Washington, che dipingono il BRICS come un blocco anti-occidentale, hanno paradossalmente spinto il Brasile a ribadire la volontà di diversificare le proprie alleanze e di collocarsi come ponte tra Sud globale e potenze emergenti. Lula, in questo quadro, si muove con abilità da equilibrista, rafforzando i rapporti con Oriente e Occidente. Sul piano concreto, il Brasile ha già tradotto la sua leadership nei BRICS in una serie di mosse economiche e diplomatiche tangibili: ha promosso la nascita di un fondo multilaterale di garanzia attraverso la New Development Bank per moltiplicare gli investimenti privati in infrastrutture, ha siglato a Shanghai un accordo da 2,7 miliardi di real destinato a logistica e grandi opere nelle regioni interne, ha sostenuto oltre trenta progetti per 5,2 miliardi di dollari in ambito di energia pulita e mobilità urbana, e ha partecipato all’approvazione di iniziative per circa 40 miliardi complessivi con un’attenzione particolare alla sostenibilità; parallelamente ha incoraggiato l’uso delle valute locali negli scambi commerciali, consolidando con la Cina un asse già operativo in questa direzione, e ha rafforzato il Contingent Reserve Arrangement, un meccanismo di liquidità alternativo al Fondo Monetario Internazionale, mentre a livello politico ha spinto sul dialogo tra istituzioni e imprese con il Business Forum di Rio e ha aperto a nuove relazioni economiche con l’Africa, in particolare con l’Etiopia, dimostrando che l’impegno di Brasilia non si limita alle dichiarazioni ma si traduce in strumenti finanziari, piani industriali e cooperazione Sud-Sud capaci di ridefinire la sua collocazione nel nuovo ordine multipolare.

Il rapporto con l’Italia affonda le radici nel XIX secolo, quando migliaia di immigrati italiani contribuirono a plasmare la società brasiliana. Da allora Roma e Brasilia hanno firmato accordi in materia migratoria, fiscale, tecnologica, scientifica e culturale. Oggi la cooperazione prosegue in chiave contemporanea: pur non facendo parte dei BRICS, l’Italia segue da vicino le dinamiche del blocco, soprattutto sui temi dell’economia verde, della ricerca e dell’intelligenza artificiale, dove la sinergia con il Brasile si inserisce in una cornice più ampia di collaborazione multilaterale.

Il Brasile, dunque, non solo consolida il suo ruolo di leader regionale, ma si afferma come protagonista di un nuovo equilibrio globale, in cui multipolarismo, cooperazione e apertura diventano strumenti per ripensare la globalizzazione. Con i BRICS come trampolino e relazioni solide con partner storici come l’Italia, il gigante sudamericano è destinato a restare al centro della scena internazionale.

Ruggero Inglese.

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